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ONELIFE #37 – Italian

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Land Rover’s Onelife magazine showcases stories from around the world that celebrate inner strength and the drive to go Above and Beyond. For this issue of Onelife we visited Maneybhanjang in the Indian Himalaya, where Land Rover Series Is and IIs rule the roost, we followed the north star to the Land Rover Ice Academy in Arjeplog, Sweden, which offers thrilling ice driving action and bring you the story of outdoorsman Monty Halls and his family who are out with a Discovery for a scenic escape in Ireland.

“ È STATA

“ È STATA L’OCCASIONE PER FARE UN AUTENTICO VIAGGIO DI SCOPERTE” 56

AVVENTURA IN IRLANDA La Discovery se la cava alla grande sulle sterrate strade costiere. A piedi, la conquista delle scogliere di Sliabh Liag viene vissuta come un’esperienza memorabile, soprattutto per la piccola e infaticabile Isla loro, benché il Donegal ne abbia parecchi. Il nostro scopo era sporcarci le mani, abbronzarci, immergerci nel sale e nella sabbia. Per farlo, ci siamo inventati un itinerario che potesse comprendere ogni aspetto del paesaggio selvaggio intorno a noi, e che sfruttasse al massimo le potenzialità del nostro veicolo e della nostra immaginazione. Ho sempre pensato che non esiste un esploratore migliore di un bambino, ed ora ne avevamo addirittura due sui sedili posteriori, desiderose di essere sguinzagliate nell’immenso paesaggio che avevamo attorno a noi. La contea rappresenta un emozionante “parco giochi” per chiunque. Con una superficie di 4.861 km² e una popolazione di appena 160.000 persone, vi sono ancora vaste aree selvagge, fatte di laghi, antiche torbiere, foreste e montagne. Non sono certo di quando una collina diventi una montagna, ma quello che le due principali catene montuose del luogo, le Derryveagh e le Blue Stack, mancano in altitudine, certo lo recuperano in vastità. Io avevo proprio una gran voglia di vedere il mare, e così ci siamo spinti fino al pittoresco porto di Portnablagh per immergere i piedi in acqua. Un tratto distintivo che abbiamo ritrovato ovunque nel Donegal è che è possibile guidare fino al bagnasciuga, e per questo ho apprezzato molto la presa sicura che la Discovery ha dimostrato di avere sulla sabbia. Sembra che durante l’alta stagione quasi ogni giorno una macchina si trovi improvvisamente a fare da veicolo anfibio con l’arrivo dell’alta marea,e per questo ci è piaciuto sapere di poter battere in ritirata in caso di necessità. Questo mi ha anche offerto la possibilità di utilizzare la Land Rover Activity Key, che lo ammetto ho avuto modo di scoprire per la prima volta nel portaoggetti poco prima della partenza. Ciò mi ha imbarazzato non poco, visto che negli ultimi sei mesi nascondevo la chiave dell’auto in zolle d’erba ogniqualvolta andavo a fare surf o a tuffarmi, quando avrei potuto semplicemente mettermi il bracciale e via. Ma meglio tardi che mai, e toccando il portabagagli con la striscia ho sentito il suono rassicurante della chiusura centralizzata, mentre con la coda dell’occhio già vedevo le bambine che, urlanti di gioia, si schizzavano nelle acque poco profonde e cristalline, saltellando fra le onde trasparenti. Abbiamo poi deciso di raggiungere in kayak un arco roccioso nel mare, casa di alcune sirenette (così ho raccontato a Isla e Molly). L’arco si trovava a poche pagaiate di distanza, e ci è sembrato un mondo scintillante di riflessi ed echi soffusi. Molly, che stava seduta fra le mie ginocchia, mi ha assicurato di avere visto davvero una sirena che catturava un pesce, e che io non avevo potuto vedere perché “le sirene si mostrano solo alle bambine e mai ai grandi”. Quella sera, godendoci il calore del sole e i ricordi della giornata, abbiamo guidato fino a raggiungere il nostro alloggio per la notte. Si trattava nientemeno che di un faro, e la cosa non è da poco per un bambino (e per un uomo di 51 anni come me). E non un faro qualsiasi! Fanad Lighthouse è stato costruito nel 1817, e si eleva sulla penisola per ben 22 metri di altezza. Potrebbe non sembrare moltissimo, ma quando si devono salire 79 gradini per arrivare in cima, ogni centimetro ha il suo peso. La vista che ci aspettava era talmente vasta, talmente straordinariamente bella che ha ammutolito anche le bambine. La nostra camera da letto si trovava nel vecchio cottage del custode, i cui muri sono intrisi di storia. Qui ci si addormenta sentendo il suono battente delle onde del mare che colpiscono le cale vicine. Il giorno dopo avevamo in programma una sessione di equitazione sulla spiaggia. L’idea che questo viaggio fosse stato concepito per soddisfare i sogni delle nostre due bambine è vera solo in parte: una cavalcata era qualcosa che desideravo soprattutto io. E così abbiamo trascorso il pomeriggio nel Tullagh Bay Equestrian Centre, il cui staff, straordinariamente paziente, si è fatto in quattro per aiutarci tutti a salire in groppa e ad andare a cavallo fra le dune di Tullagh Beach. Molly si è 57

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