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ONELIFE #34 – Italian

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Land Rover steht für höchste Allradkompetenz, umfassenden Komfort und anspruchsvolle Technik. Diesem Geländewagen ist kein Weg zu weit und keine Aufgabe zu schwer – getreu dem Slogan „Above and Beyond“. ONELIFE vermittelt Land Rover-Kunden genau dieses Gefühl von Abenteuer und Freiheit.

I N C R E D I B I L E E

I N C R E D I B I L E E V O Q U E TESTO A L E S S A N D R O G I U D I C E Un primo colpo, dritto al cuore, arrivò al salone dell’auto di Detroit, nel 2008. Con i prodotti “made in USA” e “made in Japan” a farla da padroni, nello stand Land Rover si mostrava al pubblico la LRX, una concept car che sembrava arrivata da un altro pianeta. Magnifica, con una linea compatta e molto aggressiva, sembrava un sogno destinato a rimanere tale perché del sogno a quattro ruote aveva tutto: linee mozzafiato, libere da vincoli di produzione e studi di marketing; soluzioni avveniristiche per l’espressività del muso, affidata a volumi inusuali e a fari affilati e futuristici; padiglione basso, con tetto spiovente e ridotte superfici vetrate (tranne il parabrezza, ampio e inclinato) appoggiate su fiancate imponenti e muscolose; e poi, irrinunciabile tocco finale, ruote e cerchi sovradimensionati. Dovettero passare quasi tre anni perché fosse presentata la Evoque, versione della LRX poco modificata e destinata al mercato, un aristocratico gioiello firmato Range Rover. Fu quello il secondo, definitivo fendente che sbriciolò le certezze di migliaia di automobilisti, aprendo loro orizzonti nuovi e territori inesplorati: dove lo stile trovava nel design la sua più completa realizzazione e la voglia di osare diventava una piacevole abitudine quotidiana. Argomenti perfetti per il pubblico italiano che, nel Paese che nel 78

mondo rappresenta l’arte e la moda, fece subito diventare la Evoque un oggetto cult, rappresentazione a quattro ruote di un gusto proiettato verso il futuro e status symbol assolutamente trasversale. Evoque si è così impossessata delle pulsioni glamour delle automobiliste, riuscendo al contempo a soddisfare le esigenze di stile e dinamica di guida più tipicamente maschili: un traguardo raggiunto grazie a linee fuori dall’ordinario e a un concetto di SUV compatto e lussuoso che ha fatto scuola, diventando il punto di riferimento nell’evoluzione dei trend del segmento. Da quel momento, la cometa Evoque si è trasformata in una stella sempre più brillante, non solo stabile ma addirittura in crescita, secondo quell’indiscutibile indice di gradimento che sono le vendite. Che proprio in Italia, solo nel 2016, ha superato le 10.000 unità vendute facendo segnare un incremento del 28,7% rispetto all’anno precedente: la conferma della forza di un’auto capace di stravolgere anche le normali leggi del mercato, fresca e desiderata come quando debuttò sei anni fa, anzi di più. Grazie ad una personalità forte e decisa che unisce il modo più originale e chic di vivere la mobilità a soluzioni virtuose e attente all’ambiente. Come la tecnologia espressa dai raffinati motori diesel Ingegnium in alluminio, ad esempio, leggeri ed efficienti, con consumi ridotti al minimo ed emissioni ai livelli più bassi della categoria; ma anche nella sicurezza attiva coniugata da un’elettronica studiata per prevenire gli incidenti e assistere il pilota nella guida e i passeggeri nel viaggio. Dopo essere stata concepita nelle versioni Coupé e cinque porte, da più di un anno la famiglia Evoque si è arricchita della Convertibile, che segna un altro record come primo SUV di lusso a cielo aperto al mondo. Riuscendo, in un challenge impegnativo e rischioso per il suo stile, a mantenere lo stesso appeal e la medesima unicità delle forme anche con il tetto sostituito da una grande, tecnologica capote in tela. E sta proprio qui il vero segreto della Range Rover Evoque: nella forza di mantenersi unica e originale, in continua esplorazione di modi e mondi nuovi che altri non osano avvicinare. Con la leggerezza e la freschezza del primo momento e quella capacità tutta sua di essere trasversale alle mode, alle età e, soprattutto, alle convenzioni. 79