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Jaguar Magazine 02/2018 – Italian

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LA LINEA DEL TRAGUARDO

LA LINEA DEL TRAGUARDO ODE A UN ANTICON- FORMISTA VALE LA PENA ANDARE CONTRO LE CONVENZIONI? DALLAS CAMPBELL È DELL’IDEA CHE NON ADATTARCI È DI FATTO QUELLO CHE CI FA CRESCERE Quando avevo 15 anni, mi presentai al concorso musicale della mia scuola con un pezzo al pianoforte che rispecchiava le mie capacità musicali: 4’33’’ di John Cage, compositore americano avanguardista di metà secolo. Iniziai dopo aver aperto lo spartito e messo a posto lo sgabello, ben cosciente di ciò a cui stavo andando incontro. Per chi non lo conosce, si tratta di quattro minuti e trentatré secondi di completo silenzio. Facile da suonare a livello tecnico, ma difficile da portare a termine in pubblico, perché bisogna veramente tenere duro. Trascorso un minuto, fui interrotto dalla mia insegnante che mi buttò fuori dal teatro tra le risate dei miei amici. Non mi sarei potuto aspettare altro. Fu una mossa rischiosa, escogitata per migliorare a scuola la mia reputazione di ribelle e pagliaccio della classe. Con il senno di poi, devo dire che valse la pena rischiare, sarebbe stata una beffa se l’insegnante mi avesse fatto terminare il pezzo. Allo stesso modo, il mio viaggio in questa vita è stato un continuo tira e molla tra la sicurezza del conformismo e il forte desiderio di andare contro lo status quo. Non importa quanto ci piace pensare di essere liberi pensatori, la realtà è ben diversa. Il nostro comportamento, come quello di tutti gli animali, si è forgiato nell’arco di milioni di anni di evoluzione. Siamo animali da branco. Il conformismo non è una scelta, è la nostra preimpostazione di fabbrica. I benefici della cooperazione di gruppo, l’altruismo e il rispetto nei confronti dei nostri predecessori hanno contribuito allo straordinario successo della nostra specie. Quando si tratta di prendere una decisione importante, ad esempio, la saggezza accumulata all’interno del gruppo vale solitamente di più rispetto a quella individuale. I meccanismi che regolano tutto ciò sono stati setacciati da decenni di studi di psicologi e neuroscienziati che hanno indagato il modo in cui il cervello reagisce alle questioni sociali: nel momento in cui le vostre azioni o opinioni deviano da quelle del gruppo, la corteccia prefrontale mediale del cervello vi dice che c’è qualcosa di errato e vi rimette in riga. Viviamo su frequenze che vanno da conformismo ad anticonformismo, inserite in un contesto culturale che cambia continuamente e non si arresta mai. Ma provate a immaginare un mondo in cui tutti fanno ciò che ci si aspetta. Se il conformismo è la tela che tiene insieme le nostre istituzioni, l’anticonformismo è il colore, il motivo e la struttura. Dove si troverebbe la nostra specie senza quei grandi salti di immaginazione che hanno ampliato le nostre conoscenze sulla natura? Il progresso scientifico inizia con l’essere capace di immaginare cose diverse. Copernico, Galileo e Darwin, pur essendo soggetti ai rigidi paradigmi sociali e religiosi dei loro tempi, ci hanno liberato dalla nostra prigione intellettuale, permettendoci di vedere la natura così come è e non come avremmo voluto che fosse. La ribellione è sempre stata il motore principale della cultura umana: immaginatevi se il pubblico fosse rimasto tranquillamente seduto alla prima di La Sagra della Primavera di Stravinsky o se i Sex Pistols (in alto) non avessero fatto quel famigerato giro in barca sul Tamigi a causa di un mancato permesso. E cosa sarebbe stato Breakfast Club senza la forfora che Ally Sheedy fece cadere sul foglio? Immaginatevi se John Kennedy avesse scelto di non andare sulla luna perché era semplicemente troppo difficile o se la suffragista Millicent Fawcett non avesse avuto il coraggio di gridare “Il coraggio chiama al coraggio ovunque”. Ci vuole coraggio per pensare e comportarsi diversamente. La paura di fare una brutta figura, la paura nei confronti dell’autorità e in particolare la paura di fallire sono potenti forze che lottano per farci rigare dritto. Nel nostro mondo sempre più avverso al rischio, ossessionato dai moduli di feedback e iperconnesso, sembra più sicuro seguire il branco. Ma come l’autrice JK Rowling ha raccontato con grande eloquenza a una classe di laureati ad Harvard: “È impossibile vivere senza fallire in qualche cosa, a meno che non si viva in modo così prudente che alla fine non si è vissuto affatto, nel qual caso si è fallito a tavolino”. A volte vale la pena buttare via la propria prudenza, nell’interesse di tutti noi. Dallas Campbell presenta audaci programmi televisivi basati su fatti reali, come Supersized Earth, City in the Sky, Bang Goes the Theory e Egypt’s Lost Cities per la BBC, e Stupidi al Quadrato per National Geographic. Il suo libro Ad Astra: An Illustrated Guide to Leaving the Planet è adesso disponibile. FOTOGRAFIA: PICTURE PRESS/CAMERA PRESS/DENNIS MORRIS 82 THE JAGUAR

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